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Mobilità sostenibile: come sarà Londra nel 2020?

È Londra, la metropoli europea per eccellenza, che per prima sta muovendo i passi verso la “mobilità sostenibile”: cercando di mantenere la sua leadership quale migliore metropoli al mondo in cui vivere, nel marzo 2013 il sindaco Johnson ha convocato lo Smart London Board, un pannello di esperti che ha il compito di aiutare il comune e la cittadinanza a trasformare la città in una vera e propria smart city già nel 2020.

Sono 4 i temi sui quali si concentreranno gli sforzi degli esperti: accessibilità dei dati e trasparenza, collaborazione e supporto, innovazione tecnologica e efficienza nell’uso delle risorse.
Con una popolazione che supererà i 9 milioni di abitanti nel 2021, la sfida posta dalla dirigenza non è sicuramente delle più semplici. Parafrasando le parole dello stesso sindaco, l’impegno, per quanto ambizioso, arriverà a cambiare il volto della città, mantenendo “sempre i londinesi al centro”.

Londra diventerà una “smart city” grazie all’aumento dei dati accessibili alla comunità, ad un investimento nelle piccole e medie imprese che dovrebbe portare all’assunzione di oltre 200 mila persone, accompagnati da un tangibile sostegno alla digitalizzazione di privati e aziende, con tanto di corsi specifici e di finanziamenti comunali. Uno “scambio di dati” talmente efficiente da poter trasformare più della metà delle linee dell’underground londinese in veicoli comandati a distanza, con un potenziamento delle corse e arrivando, così, alla concreta realizzazione della cosiddetta “mobilità sostenibile” attraverso l’efficientamento della rete del trasporto pubblico.

I taxi si adeguano per la mobilità sostenibile

Uno degli esempi più interessanti di come questa piccola grande rivoluzione stia prendendo piede – e di come il concetto di “mobilità sostenibile” sia alla base della prossima trasformazione della vita dei londinesi – viene dal piano di modifica previsto per uno dei simboli della città: i “cab”, i taxi rossi o neri che da sempre contraddistinguono la capitale britannica. In questo caso, le previsioni parlano di 7000 taxi elettrici in servizio per la fine del 2020, con conseguente abbassamento dei livelli di azoto al di sotto delle soglie previste in sede europea con ben 10 anni d’anticipo rispetto alla scadenza fissata dall’UE. I taxi elettrici – ha spiegato il sindaco Johnson dopo averne guidato uno dei primi già in circolazione – hanno la capacità di ridurre il quantitativo di emissioni di ben il 75%. Per incentivarne poi ulteriormente l’utilizzo, si sta discutendo della possibilità di consentire a questi taxi di circolare per il centro stesso di Londra, la City, senza restrizioni. Un bel vantaggio per manager e dipendenti delle grandi aziende che ogni giorno devono usufruire di un sistema di trasporti che, tra cambi e contrattempi, a tutt’oggi non brilla ancora per efficienza.

mobilità sostenibile

Che i londinesi siano sensibili al cambiamento e pronti a mettere in pratica tutti quei comportamenti che possono portare a una città dalla mobilità sostenibile e più efficiente lo dimostrano gli straordinari risultati di vendita dei cosiddetti “veicoli verdi“: i dati del 2014 parlano, infatti, di una loro quadruplicazione.

Un bellissimo traguardo raggiunto anche grazie al programma “Go Ultra Low”, promosso dal governo nazionale che ha così sponsorizzato la vendita di auto ibride o dotate di motori elettrici.

Oltre ai cambiamenti che si apporteranno ai veicoli tradizionali, è interessante notare come stia diventando sempre più popolare il car sharing, la condivisione di mezzi di trasporto, ancora debole in Italia.

Realizzare una città più smart e più green è una delle sfide più importanti che si possano lanciare: una sfida che Londra ha già saputo cogliere e che, continuando con questi trend, si appresta a vincere. Per il bene dei londinesi e di tutto il pianeta.

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