Eco-design per un futuro sostenibile

Che cos’è l’eco-design? È una moda o può aiutarci a costruire una realtà più sostenibile?

Questa settimana nel nostro blog affrontiamo il tema dell’eco-design e lo facciamo con un addetto ai lavori: l’architetto jesino Riccardo Diotallevi. Parlare di eco-design per noi di Risparmio Virtuoso è molto interessante in quanto tra i servizi che offriamo ai nostri clienti c’è anche l’acquisto di imballaggi sempre più green, che sfruttano la ricerca e la tecnologia per essere sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che dei costi. Nuovi tipi di imballo, differenti composizioni di materiali, efficientamento del processo o processo innovativo sono tutti fattori che possono portare il prodotto finale ad essere più sostenibile. Ma scendiamo un po’ più nel dettaglio, approfittando della conoscenza della materia da parte di un professionista come Diotallevi.

Si parla sempre più spesso di eco-design ma cos’è esattamente? Cosa ha a che fare con lo sviluppo sostenibile?

Eco-design vuol dire progettazione consapevole, che tiene conto dell’aspetto ambientale delle produzioni. Questo ha a che fare con lo sviluppo sostenibile perché nel progetto viene calcolata quanta energia sarà impiegata per produrre un oggetto e trasportarlo a destinazione, nonché il suo utilizzo quotidiano.

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Nella progettazione, qual è il ruolo che il creativo assegna al consumatore?

La progettazione è condivisa con differenti figure tecniche che si interfacciano con gli addetti del marketing. Le aziende, un tempo davano priorità alla distribuzione, cioè ai negozianti, oggi l’utente finale è il focus di ogni progetto. Ora design e marketing cercano di soddisfare le necessità latenti dei consumatori.

Con l’eco-design va ripensato un ciclo produttivo?

L’eco design oltre a tenere in considerazione l’ambiente, guarda con grande interesse all’ergonomia, disciplina che ha come interfaccia l’uomo, per cui nella progettazione si pensa sia all’operaio che produce sia al consumatore. Un ciclo produttivo esteso.

L’eco-design può aiutarci a risolvere alcuni problemi del nostro pianeta?

Credo che solo una parte delle problematiche ambientali verrà risolta dall’eco-design, quanto questo impiega materiali d’avanguardia con caratteristiche o di durevolezza o di biodegradabilità. L’eco design ci aiuterà ancora di più quando questo adotterà i principi progettuali per il re-impiego di parti di oggetti che assolveranno ad altri utilizzi scopi ed altri scopi (Cradle to Cradle).

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Per definire il Cradle to Cradle utilizziamo la definizione di Wikipedia: “Cradle to Cradle (talvolta abbreviato in C2C, in italiano dalla culla alla culla) è un approccio alla progettazione di sistemi che consiste nell’adattare alla natura i modelli dell’industria, ovvero convertire i processi produttivi assimilando i materiali usati a elementi naturali, che devono quindi rigenerarsi.

Il principio è che l’industria deve preservare e valorizzare gli ecosistemi e i cicli biologici della natura, pur mantenendo i cicli produttivi. In parole povere, si tratta di una visione olistica: dimensione industriale e sociale in un quadro economico che intende creare sistemi che non siano solo efficienti, ma essenzialmente compatibili ambientalmente”.

Diotallevi, chiudiamo con un’ultima domanda, dopo il risparmio del pianeta vogliamo conoscere se c’è anche risparmio economico. Quindi l’eco-design costa di più dell’ “old-design”?

A tutt’oggi, i materiali con la certificazione ambientale hanno un costo più alto, per produzioni e burocrazie, ma quando diventeranno uno standard il costo sarà ridotto.

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