Intervista a Luca Mercalli
Luca Mercalli è climatologo fra i più noti in Italia. Presiede la Società Meteorologica Italiana, si occupa di ricerca su climi e ghiacciai alpini ed insegna sostenibilità in scuole e università anche all’estero.
Con Risparmio Virtuoso da tempo c’è un legame speciale, perché condividiamo i valori che stanno alla base di un agire quotidiano consapevole.
Nell’ambito della serie di dirette radiofoniche che ci vede ospiti con Andrea Garbini a Radio Linea, abbiamo chiesto a Mercalli di approfondire tematiche a noi care come il risparmio del pianeta. Col timore di non essere più in tempo utile, con la certezza che si sta facendo ancora troppo poco, abbiamo parlato con lui di cosa ci aspetta nel prossimo futuro e di cosa possiamo fare per garantire ai nostri figli un pianeta in salute…
Il punto di non ritorno
E a lui che è massimo esperto abbiamo rivolto la domanda delle domande: Siamo al punto di non ritorno?
“L’abbiamo già passato il punto di non ritorno -, ci ha risposto in tutta franchezza com’è nel suo carattere -, addirittura nel 1985 per quanto riguarda l’effetto serra generato dalle attività umane, è lì che abbiamo superato la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera che poteva mantenere la stabilità climatica di un clima sano. Adesso continuiamo ad alzare l’asticella: abbiamo dieci, dodici anni per non superare i 2°C di temperatura… È un po’ come avere la febbre a 39° e dire che abbiamo ancora anni a venire prima che arrivi a 40°, 41°. Insomma, al danno ormai siamo già dentro e, continuando a rimandare, non facciamo altro che peggiorare questa malattia”.
Noi di Risparmio Virtuoso non stiamo certo a guardare e anzi ci dedichiamo a far conoscere rischi e possibilità. Nella nostra professione spingiamo verso l’acquisto di energia verde certificata, verso l’adozione di imballaggi sostenibili, verso quelle soluzioni che vanno nella direzione della tutela della salute del pianeta. Perché ciascuno di noi può adottare stili di vita che limitino il consumo di CO2, il maggior agente inquinante… E sappiamo che – paradossalmente – chi adotta scelte sostenibili finisce per spendere di più. Ma soltanto se è solo. Risparmio Virtuoso, infatti, lavora aggregando le necessità di soggetti privati come pure delle aziende in modo da abbassare i costi e produrre autentico risparmio per l’ambiente innanzi tutto, ma anche risparmio economico.
Necessario ridurre i consumi
Cosa serve ancora per convincere gli scettici?
“Se fosse necessario aggiungere una motivazione ulteriore – ci ha detto in diretta – diciamo anche che il 2018 è stato l’anno più caldo nella storia del nostro Paese, perché pure se le buone pratiche ci sono note da anni le stiamo applicando con troppa lentezza. Il primo punto è ridurre le emissioni di CO2 fossile e per farlo dobbiamo consumare meno! La nostra società è energivora e consuma molto più di quanto sia sostenibile fare nel medio e lungo periodo, dunque diventa fondamentale l’efficienza dei processi industriali e individuali. Le nostre case, solo per fare un esempio, sono dei colabrodo energetici. Bisogna imparare a usare meglio l’energia, e quella che usiamo dovrebbe essere prodotta il più possibile con fonti rinnovabili”.
Più responsabilità a giovani
E i giovani, gli adulti di domani?
I nostri figli rischiano di vivere in mondo molto ostile: lo possiamo dire in base a scenari e proiezioni fatti, sappiamo di non essere sulla buona strada. I giovanissimi non hanno capacità né responsabilità, ma possono provare a convincere gli adulti: li spingano guardandoli negli occhi! I nostri figli a 50 anni ci malediranno, perché oggi non abbiamo fatto abbastanza. Triste constatare come manchi del tutto un’operazione di sensibilizzazione verso le generazioni di ventenni e trentenni che sono assenti. Del resto, tutti ci facciamo governare da un popolo politico di vecchi, che ha idee sbagliate sul futuro e i giovani sembrano silenti, distratti… Si ha notizia di una giovane di 15 anni in Svezia che si è incatenata davanti al parlamento per protesta contro la politica ambientale; anche in Australia c’è stata una protesta studentesca… Bellissimo, certo, ma molto poco se si pensa che siamo di fronte ad una situazione che coinvolge tutta la popolazione mondiale”.
L’invito quindi è rivolto ai giovani affinché sollecitino interventi urgenti: “Se lasciamo comandare i vecchi – ha detto ancora Mercalli – non si sentiranno coinvolti. Pensate cosa può importare del futuro a uno come Trump, un vecchio che ha dieci venti anni davanti… Cosa può importargli? Sono i giovani a doversi scuotere”.
Almeno fosse proibito dalla legge… In Italia inquinare è un reato, ma è dappertutto così?
“Solo in alcune parti del mondo, per questo ci sono troppe falle nel sistema. E se poi parliamo di clima, il clima è modificato dalle emissioni gassose – quindi da ciò che esce nell’aria – per questo i controlli sono ancora più difficili”.
I modelli di sviluppo ci sono, ora vanno applicati
E l’Italia? Potrebbe essere ‘green’?
“L’Italia potrebbe essere capofila da un punto di vista anche di visione di futuro, di capacità propulsiva di nuovi modelli di sviluppo… Invece, è un Paese ancora ancorato alla betoniera, in cui sembra che l’unica forma di sviluppo sia fare calcestruzzo. Le nostre imprese hanno grande capacità di innovazione tecnologica che il sistema Paese non sa sfruttare. Dalla demotica alla telematica, tutto quello che viene prodotto per migliorare i consumi energetici nelle nostre case – ad esempio – trova in Italia aziende leader. Eppure continuano a rimanere delle opzioni di retroguardia, anche nei programmi più vasti… Penso a Confindustria, per esempio, che va dietro alle grandi opere cementifere e non premia lo sviluppo da fonti alternative”.
Anche il governo sembra latitare su questo fronte. Bei progetti ma poco concretezza.
“Sì, ci sono dei bei progetti… In un governo come quello attuale, che è un po’ un ibrido, abbiamo un ministro dell’ambiente, Sergio Costa, che è estremamente competente e ha un programma all’altezza di quanto dovremmo fare… Però rimane un programma sul sito web ministeriale, e non sappiamo quanto i suoi colleghi ministri condividano le sue scelte”.
“Unire rende più forti” è il motto di Risparmio Virtuoso, perché da soli difficilmente si ottengono risultati.
Mettiamo la legge sul consumo di suolo che giace in Parlamento dal 2012, e come questa ci sono innumerevoli situazioni che in Italia potrebbero tranquillamente fare scuola in Europa. E invece al momento sono un pugno di Paesi scandinavi ad avere maggiore coscienza sia fra i cittadini sia a livello politico.
Allora forse vale la pena investire sulle nuove generazioni: crescere figli consapevoli e fare del risparmio del pianeta una realtà individuale ma anche familiare, generazionale, collettiva.
Un consiglio per la lettura che ci aiuti in questa direzione? Uffa che caldo! il libro per bambini scritto proprio da Luca Mercalli con l’augurio di riuscire a crescere cittadini consapevoli.