Sacchetti bio per la spesa: ne abbiamo parlato esattamente quattro mesi fa e oggi vi presentiamo un ulteriore aggiornamento, dopo quello del quattro gennaio.
Hai presente le buste biodegradabili e compostabili diventate indispensabili per acquistare nei reparti ortofrutta e pescheria dei negozi e dei supermercati?
Al bando le buste di plastica
La nuova legge, entrata in vigore dal primo gennaio 2018, lo ricordiamo, è stata introdotta in sede di conversione del DL Mezzogiorno con l’articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017. Da quella data, le buste di plastica ultraleggere sono state bandite, per far posto alle bio shopper. Noi di Risparmio Virtuoso abbiamo appreso, allora, la notizia con un certo entusiasmo: il nuovo imballaggio è un passo in avanti verso la sostenibilità, perché riduce l’inquinamento, ma perché deve costare di più? I nuovi sacchetti vengono fatti pagare al consumatore, con una cifra variabile dai 2 ai 10 centesimi ognuno. La domanda è sempre la stessa: perché impattare di meno sul pianeta deve costare di più? Noi non ci stiamo e lavoriamo affinché questo non avvenga. Il progresso c’è se essere più sostenibili per il pianeta vuol dire anche risparmio economico, o per lo meno non pagare di più.
A gennaio, pochi giorni dopo l’introduzione della norma, il segretario generale del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, aveva ipotizzato la possibilità che il consumatore potesse portare da casa i sacchettti bio, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti, e non pagare quelli del negozio, regolarmente registrati sullo scontrino.
Via libera all’utilizzo dei sacchetti bio per la spesa portati da casa
Ora c’è finalmente il via libera all’utilizzo per le bio-shopper reperite in modo autonomo dal cliente. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, l’organo più importante della giustizia amministrativa italiana, con un parere del 29 marzo scorso (n. 859). Resta, da parte degli esercenti, l’obbligo di vigilanza sui sacchetti utilizzati dalla persona nel supermercato, affinché questi, come indicato dal Ministero della Salute, rispondano ai requisiti di legge. Rimane anche la responsabilità dell’esercizio commerciale per l’igiene degli alimenti che mette in vendita.
Si placa così una polemica che è andata avanti in questo primo trimestre dell’anno, dando al consumatore la possibilità di scelta: pagare i sacchetti bio per la spesa al negozio o portarli da casa. In realtà c’è di più. Dato che l’obiettivo del decreto è la riduzione dei volumi di plastica non riciclabile sul mercato, si potrebbero usare anche contenitori diversi dalle buste di plastica biodegradabile, sempre a patto che siano idonei a contenere frutta e verdura. In sostanza, sacchetti di carta o retine. Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare un regolamento del ministero della Salute a riguardo.
Come si dice in questi casi…continua!