Sono passati ormai trent’anni dal disastro nucleare che, a metà anni Ottanta, ha colpito l’area di Chernobyl. Dopo quella tragedia, la zona è rimasta totalmente disabitata, oltre che abbandonata a sé stessa: adesso, però, pare che qualcosa stia cambiando. La località, infatti, è popolata in misura sempre più consistente dai cinghiali, dai cervi e dai lupi, che qualche tempo fa erano spariti, al punto che oggi il numero di animali presenti è addirittura più alto di quelli di trent’anni fa. Ovviamente anche l’assenza di insediamenti umani ha influenzato l’ambiente.
Viene da chiedersi, allora, quali siano le prospettive per le località che devono fare i conti con disastri nucleari: Chernobyl e Fukushima sono i due casi noti, che hanno portato a interrogarsi il mondo sull’opportunità di fare affidamento sulle centrali nucleari. Non è un caso che, dal 1990 ad oggi, negli Stati Uniti non siano state realizzate nuove centrali; e non è nemmeno un caso che, in questi anni, sia il Belgio che la Germania, ma anche la Svizzera, stiano discutendo sulle modalità di chiusura dei reattori.
Gli effetti di Chernobyl e Fukushima hanno, evidentemente, aumentato la sensibilità nei confronti dell’ambiente, ma anche la paura: in Spagna, per esempio, si sta per decidere di non costruire più dei reattori nuovi, e anche il nostro Paese ha scelto di non avviare altre industrie del settore.
Dopo Chernobyl e Fukushima, dunque, il futuro dell‘energia nucleare è tutt’altro che limpido: basti pensare che, in Giappone, in seguito al disastro solo un reattore, tra gli oltre cinquanta presenti in tutto il Paese, sta funzionando ancora. I rischi non sono scomparsi, dunque, se è vero che gli stessi reattori che sono stati distrutti dallo tsunami a Fukushima sono ritenuti in condizione di rientrare in criticità, parzialmente o temporaneamente. Senza usare troppi giri di parole, ciò vuol dire che l’emergenza è ben lontana dall’essersi conclusa.
Oltre alla questione ambientale, poi, c’è da tenere in considerazione l’aspetto economico: le spese per la bonifica in Giappone sono state enormi, e i risarcimenti alle vittime della tragedia di Fukushima hanno raggiunto, per il momento, la cifra pazzesca di 245 miliardi di dollari. Anche per questo motivo, tutti i Paesi, inclusi quelli che per tradizione sono sempre stati a favore del nucleare, hanno compreso la necessità di rivolgere la propria attenzione verso altri lidi, e in particolare in direzione delle energie rinnovabili. Un esempio valga per tutti, quello della Cina, che ha cominciato a investire in maniera consistente sulle rinnovabili, sul fotovoltaico e sul solare, avendo intuito che il futuro del mondo intero dipende da queste fonti energetiche.