Avvisi di chiamata SMS a pagamento: cosa cambia e come difendersi

A partire dal 21 luglio gli avvisi di chiamata smsLo Sai” e “Chiama Ora” di TIM ed i servizi “Chiamami” e “Recall” di Vodafone sono diventati a pagamento.
Tali servizi consentono agli utenti di sapere se un numero risulta raggiungibile in un dato momento oppure se qualcuno ha provato a telefonare senza riuscirvi.
In particolare Lo Sai e Chiamami permettono all’utente di ricevere avvisi di chiamata SMS con le informazioni circa le chiamate ricevute dal proprio telefono mentre questo non era raggiungibile oppure impegnato in un’altra chiamata. Il messaggio reca il numero della persona che aveva cercato di mettersi in contatto con l’utente.
Mentre “Chiama Ora” e “Recall” servono a ricevere un messaggio di avviso in cui è mostrato che il numero che si stava chiamando è divenuto di nuovo raggiungibile, oppure non è più impegnato in conversazione.
Questa modifica va a colpire milioni di persone poiché tali servizi si attivano automaticamente con l’apertura di un nuovo contratto con gli operatori telefonici.
Perciò gli utenti si vedranno costretti a richiedere la disattivazione di tali servizi rivolgendosi all’assistenza clienti oppure tramite il sito internet dell’operatore telefonico.

Avvisi di chiamata SMS

Accade così che da oggi anche avere il telefono spento ha un costo grazie agli avvisi di chiamata sms. Per questo motivo le associazioni dei consumatori sono scese sul piede di guerra.
La Codacons ha già denunciato i due operatori all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non è tollerabile, secondo le parole del Presidente Codacons Carlo Rienzi, che le due società scelgano contemporaneamente di trasformare a pagamento servizi finora gratuiti ed aggiunge: “Non vorremmo che i gestori telefonici intendano, con questa mossa, recuperare i minori costi provenienti dal roaming a carico degli utenti italiani, costi che sono stati dimezzati a partire dal giorno 1 luglio.” Hanno quindi provveduto a presentare un esposto all’AGCOM, affinché sia fatta chiarezza sulla vicenda.
Battaglia annunciata anche da Federconsumatori che lamenta una certa lentezza da parte degli operatori nell’informare la loro clientela che non avendo attivato i servizi di avvisi di chiamata sms in prima persona si trova a vedersi addebitati dei costi che non sospettava di dover sostenere.

L’antitrust dal canto suo ha aperto un’indagine contro Vodafone, TIM, 3 Italia e Wind per l’attivazione dei servizi non richiesti da parte dei loro utenti.
Gli operatori telefonici si difendono facendo notare che hanno avvisato i loro utenti con largo preavviso e che le operazione di disattivazione dei servizi sono semplici: per TIM è sufficiente chiamare il numero (gratuito) 40920 e poi seguire la procedura guidata, oppure è possibile andare nell’area clienti del sito; mentre per Vodafone il numero (gratuito) da chiamare per la disattivazione è il 42593; l’area del sito “fai da te” è accessibile dalla pagina iniziale.

Nel frattempo è già partito, sui principali social network, il tam-tam per avvertire follower ed amici circa la vicenda degli avvisi di chiamata sms. C’è ovviamente polemica. “Nel paese con la copertura 4G più bassa in Europa, Vodafone e TIM faranno pagare Recall, Chiamami, LoSai e ChiamaOra” scrive un utente indignato. Altri aggiungono con ironia: “Volete anche un rene o avete finito qui?”.
Sembra quindi che il rincorrersi al ribasso delle offerte delle compagnie di telefonia mobile, che propongono tariffe sempre più competitive, cominci ad avere un prezzo che saranno i consumatori a scontare.

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