Dopo lo scandalo Volkswagen, c’è da fidarsi delle auto ibride?

Lo scandalo che ha interessato la Volkswagen, con il software utilizzato per truccare le emissioni inquinanti di centinaia di migliaia di veicoli, è ancora fresco nel ricordo di tantissimi automobilisti. La vicenda, però, offre l’occasione di riflettere sullo scenario globale: per esempio, porta a notare che l’Europa è la sola zona del mondo industrializzato che concentra i propri sforzi verso il diesel, a differenza di quel che accade in Giappone e negli Stati Uniti. Il motivo è che il gasolio permette di ridurre i consumi e di contenere la produzione di anidride carbonica, secondo quanto viene richiesto dall’Unione Europea.

Cosa potrebbe succedere, però, se in seguito al caso Volkswagen tra gli automobilisti europei subentrasse una certa sfiducia nei confronti del diesel? A trarne vantaggio, come si può facilmente intuire, sarebbero i piccoli motori turbo a benzina e, soprattutto, le soluzioni ibride. Da questo punto di vista, non si può non notare che le auto a gas e quelle elettriche già da tempo sono in crescita: una progressione che, per il momento, è lenta, ma che si rivela comunque costante. Già, ma le ibride sono così affidabili e sicure come ci viene detto? E se anche dietro di loro si nascondessero delle insidie?

Ecco, quindi, che può essere utile sgombrare il campo da dubbi e false credenze. Per esempio, è sbagliato dire che i motori a benzina inquinino più dei motori diesel: semplicemente, inquinano in modo diverso. Di conseguenza, entrambe le soluzioni sono, a loro modo, dannose, nel senso che l’alimentazione a benzina produce una maggiore quantità di anidride carbonica, mentre l’alimentazione a gasolio produce una maggiore quantità di ossidi di azoto. Come dire: qualsiasi cosa si scelga, si sceglie male.

Per quel che riguarda le auto ibride, non si può negare che esse consumino molto meno rispetto alle auto a benzina – ovviamente il confronto deve essere fatto su veicoli che hanno pari potenza, e nel caso delle ibride la potenza è data dalla somma di quella fornita dal motore elettrico e di quella fornita dal motore a benzina -. D’altro canto, le prestazioni non sembrano essere compromesse, perché, per esempio, il motore elettrico garantisce un’accelerazione ottima. Due motori differenti, quindi, sono in grado di lavorare insieme e di farlo bene. Per quanto riguarda l’inquinamento, sono tantissimi i fattori da prendere in considerazione ed è difficile dare una risposta univoca: dipende dall’uso della macchina. Nel caso di un uso prevalentemente urbano potrebbe inquinare meno di un auto a metano (in termini di emissioni di CO2).

Se, in seguito allo scandalo Volkswagen, Toyota ha superato il marchio di Wolfsburg nelle vendite, un motivo ci sarà: e probabilmente la ragione deve essere individuata anche nel vantaggio competitivo che la casa giapponese ha sul fronte delle auto ibride. Toyota ha addirittura brevettato un motore ibrido, lo Strong Hybrid, che è in grado di funzionare unicamente con il motore elettrico fino a una velocità di 30 chilometri orari: il futuro è ibrido con Toyota, quindi?

Secondo il nostro punto di vista, le auto ibride hanno ancora costi troppo elevati ed è necessario costruire delle strategie che le rendano veramente competitive.

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