Non solo le materie plastiche
Oltre al settore dei trasformatori di materie plastiche, anche quello dell’auto è coinvolto in questa carenza di materie prime plastiche che vede recentemente cancellazioni di consegne e fornitori che chiedono un prezzo più alto di quello concordato.Il sospetto di un intento speculativo deriva da alcuni eventi in cui gli impianti produttori di materie plastiche in Europa sono stati fermati per cause di forza maggiore. Le dichiarazioni che dovrebbero spiegare il perché di questo stato di fermo non forniscono informazioni sufficienti e chiare, per questo si potrebbe pensare ad una coalizione di alcuni big del settore che stanno costringendo l’industria della trasformazione a cercare altrove le risorse, con moltissime difficoltà, tra cui anche l’euro debole. La carenza di materie prime porta, oltre alla difficoltà di adempiere agli obblighi contrattuali, anche isolate sospensioni alla produzione che non aiutano questo settore dove si cerca il rilancio della produttività e dell’occupazione, in un momento in cui il mercato è in ripresa.
Per quanto riguarda i prezzi, Unionplast spiega a Il Sole 24 Ore che «nel settore dell’imballaggio, il costo delle materie prime incide per oltre il 60% sul totale: se i maggiori oneri non possono essere trasferiti a valle, è a serio rischio la sopravvivenza stessa delle aziende di trasformazione».
Speriamo vivamente che questa “bolla” finisca in concomitanza della stagione estiva in maniera di ristabilire gli equilibri precedenti e creare un clima più sereno per lavorare correttamente.
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