Il packaging italiano si conferma come il settore più importante dei beni strumentali italiani: è questa la notizia che si deduce dal rapporto annuale dei costruttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio.
Il packaging risulta infatti il principale fra gli undici settori industriali dei beni strumentali, generando un fatturato totale di 27,6 miliardi di euro, con un peso che si attesta nell’ordine del 22% del fatturato totale e con il 24% di export negli stessi beni strumentali. Il packaging italiano rimane pertanto un settore trainante, che non conosce crisi ed è anzi in crescita, avendo realizzato nel 2013 un fatturato che si è attestato sui 6 miliardi di euro, con un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente.
Il risultato in merito si compone di una forte componente legata al fatturato estero, aumentato dall’82,9%,con 4.557.935 di euro, nel 2012, all’83,1%, con 4.989.051 di euro nel 2013. Valori legati a una fortissima componente di export delle produzioni, con l’imposizione delle imprese italiane nel settore.
Il consumo nazionale si mantiene stabile e, nella composizione del fatturato, i dati che si evincono vanno dal 27,8% del 2012, con un consumo pari a 1.304.318 di euro, al 27,4% del 2013, con un consumo pari a 1.397.028 di euro.
La produzione italiana riesce ad assorbire il 33% della richiesta europea, intercettando nell’esportazione la domanda di realtà come Francia (8,3%), Germania (5,4%), Russia (3,8%), Regno Unito (3%).
Tratto da Il Sole 24 Ore
Il packaging italiano vola in Asia
Uno dei principali destinatari, assorbendo il 24% dell’export, è poi il mercato asiatico, all’interno del quale la Cina gioca il ruolo di maggior destinatario con il 6,3% delle esportazioni verso l’Asia.
Infine le imprese le imprese italiane sono riuscite ad immettersi nel mercato del continente americano destinandogli il 12% dell’esportazioni; i partner più importanti sono gli Usa con l’8,8% e il Brasile con il 3,6% dell’export americano.
Questi dati consentono un significativo più 9,8% del saldo commerciale delle imprese, passando da 4.194.935 di euro nel 2012 a 4.606.501 di euro nel 2012.
Nonostante questa massiccia presenza di settore delle imprese italiane nel mondo, il tessuto aziendale del packaging italiano è costituito principalmente da realtà di piccole dimensioni. Circa il 7% delle imprese attive nel settore non supera i 5 milioni di fatturato.
Il numero di aziende italiane coinvolte nel settore è passato da 635 nel 2012 a 621 nel 2013. Nonostante si evinca una riduzione del 2,2% nel numero di imprese coinvolte, si attesta una occupazione in aumento negli stessi anni, quantificabile con un più 1,9%, passando da 26.348 occupati nel 2012 a 26.856 nel 2013.
Dalla lettura dei dati, pienamente considerabili da record, si può affermare che il settore del packaging italiano rimane trainante e in crescita con prospettive di piena stabilità, intercettando anche le richieste dei paesi emergenti, sempre più attenti alle regolamentazioni di sicurezza e igiene in materia di confezionamento, imballaggio e conservazione, oltre a una stabile presenza nei mercati europei ed americani.
Le piccole imprese nel settore del packaging italiano riescono pertanto, in modo capillare e costante, a divenire valida occasione di crescita occupazionale e ricchezza per il territorio.