Le sanzioni dell’AEEG rispecchiano davvero la condotta degli operatori energetici?


Secondo uno studio apparso recentemente su La Staffetta Quotidiana (una delle testate di riferimento per il settore energetico), l’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico è ultima tra le autorità di vigilanza in merito a sanzioni comminate per violazione dei diritti dei consumatori (1,6 milioni di euro, pari al 13% delle sanzioni totali).

In realtà il sospetto è che non si tratti di un successo delle condotte virtuose dei fornitori in campo energetico, ma di altro. E’ del 23 aprile la notizia che si è chiusa senza sanzione un’istruttoria avviata nel 2012 contro Acea per il mancato rispetto di alcuni standard commerciali tra cui, ad esempio, la periodicità della fatturazione che, in ben 60.000 casi arrivati allo Sportello del Consumatore, era risultata sospesa. La pratica è stata archiviata dopo un accordo in cui Acea rinuncia alle code di fatturazione e pagherà un indennizzo tra i 20 ed i 40€ ai clienti della maggior tutela danneggiati.

E’ invece del 31 ottobre 2013 la notizia dell’avvio di un procedimento per l’adozione di provvedimenti prescrittivi e sanzionatori per violazioni in materia di fatturazione verso Eni. Il principale capo d’accusa verso Eni riguarda la fatturazione di consumi stimati. La legge prevede che i clienti siano adeguatamente informati del consumo effettivo di energia elettrica e gas naturale e dei relativi costi, con frequenza tale da consentire loro di regolare il proprio consumo e che tali informazioni siano fornite ad intervalli adeguati che tengano conto della capacità del contatore del cliente.

I consumi stimati e quindi l’entità della stima o le tempistiche dei conguagli sono un aspetto, ma già solo i reclami per la mancata fatturazione tout court sono stati 1.785 sulle forniture di gas e 1.305 su quelle di energia elettrica (su un campione di 748 reclami, 740 sono risultati fondati).

Quasi 83.000 clienti sono risultati non ancora in possesso della fattura di chiusura delle stime dopo 6 settimane (come per legge) dal momento del passaggio ad un altro fornitore. Se consideriamo che non tutti ricorrono allo Sportello del Consumatore e che l’apertura di un’istruttoria non interrompe i comportamenti oggetto d’indagine del fornitore, il quadro è preoccupante. Inoltre la progressione del numero dei casi contestati e crescente dal 2011 ad oggi.

Non si capisce perché questi comportamenti non vengano sanzionati pesantemente e fermati in tempi brevi. Mentre Eni appare ovunque con campagne pubblicitarie ben congegnate, poco risalto viene dato alla sua condotta professionale. Lo scambio di questo tipo di informazioni è cruciale per la scelta di un fornitore per i consumatori, ben al di là della semplice convenienza economica delle tariffe applicate.

E’ triste per chi si occupa di energia vedere che importanti gruppi italiani, come anche ad esempio Sorgenia, che avrebbero avuto tutte le possibilità, per tempi e presenza sul mercato, per operare da veri protagonisti nel libero mercato siano costantemente al centro dell’attenzione, oltre che per le loro inefficienze, per i danni veri e propri che arrecano alle aziende consumatrici e a tutto il settore.

Speriamo che le nuove nomine ai vertici di Eni ed Enel portino una sana ventata di aria fresca.

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